AWOS alla United Nations International Conference on Sanctions, Business and Human Rights
Giovedì 21 novembre 2024 si è tenuta la International Conference on Sanctions, Business and Human Rights nell’ambito delle United Nations Human Rights Special Procedures. L’evento, organizzato dall’inviato speciale per l’impatto negativo delle misure unilaterali coercitive sul godimento dei diritti umani, ha riunito esperti operatori umanitari come Oxfam, Caritas International, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, e centri di ricerca per presentare casi studio, modelli di operatività e impatti delle sanzioni con lo scopo di sviluppare i futuri principi guida su sanzioni, imprese e diritti umani.
Anna Cervi, principal investigator dello studio Sanzioni unilaterali ed eccezioni per scopi umanitari realizzato da AWOS e co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha preso parte all’incontro per illustrare un estratto dei risultati emersi, focalizzandosi sull’analisi comparata effettuata tra i regimi sanzionatori statunitense ed europeo in otto Paesi scelti – Siria, Libia, Myanmar, Sudan, Afghanistan, Mali, Ucraina e Iraq – accumunati dall’avere un conflitto attivo in corso, e dal fronteggiare gravi crisi umanitarie. L’analisi ha preso in considerazione quattro elementi per distinguere i regimi sanzionatori: il tipo di restrizioni applicate (se targeted o più omnicomprensive), la durata del regime sanzionatorio, l’inclusione – tra i soggetti sanzionati – di fornitori di servizi pubblici essenziali e, non ultimo, l’applicazione di sanzioni secondarie statunitensi.
Pur riconoscendo l’impatto positivo avuto anche sui regimi sanzionatori unilaterali da parte della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 2664/2002, i risultati hanno evidenziato discrepanze nell’adozione di eccezioni umanitarie tra diversi regimi sanzionatori, causando disparità e diversi livelli di possibile assistenza. Non ultimo, sono emerse criticità anche dal punto di vista di export control, dove una scarsa conoscenza tecnica da parte degli operatori umanitari si scontra con un rigido sistema di controllo che non permette ancora di ottenere licenze continuative, generando una complessa gestione burocratica.
Nell’ambito della giornata di lavoro, lo studio effettuato da AWOS ha confermato e ribadito con un’attenta analisi della normativa ciò che altri keynote speakers hanno esposto nella stessa sede. Altri interventi, infatti, hanno posto l’attenzione sulle conseguenze sul campo che si verificano appunto per l’esistenza delle criticità evidenziate da Cervi, come le implicazioni trasversali che colpiscono le popolazioni maggiormente in difficoltà e le sfide che fronteggiano gli operatori umanitari.